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martedì 24 gennaio 2017

Quale social?

Un fiume continuo ci bombarda ogni giorno.

Dove impegnarsi per esprimersi meglio? Instagram (o il più raffinato Pinterest) con le sue foto e le sue storie, che resistono il tempo di un soffio e soddisfano il nostro desiderio esibizionistico o voyeuristico. L'etereo snapchat dove nulla resta? Facebook con i suoi gattini e i suoi gruppi organizzati in compartimenti stagni? Youtube dove chiunque è il migliore e si permette di giudicare tutto e tutti? Il nuovo e sbarazzino Musical.ly dove l'imitatore che è in noi esce allo scoperto e perde ogni freno? Tumblr dove il microblogging regna caotico?

Forse il meno peggio è twitter, dove informazioni, parole e link danno la possibilità di avere un'opinione. Di condensarla in pochi caratteri. Di diffonderla. Anche su twitter tutto passa veloce? Certo. Ma una foto o un video non sapranno mai dire chi sei più di parole scritte. Ortografia, sintassi, concisione, scelta delle parole e degli argomenti riveleranno di più di noi, di quanto possano fare una foto in posa o un video in cui recitiamo una parte.

Fine.

Cosa? I blog? Non li metterei fra i social, chi frequenta un blog fa un passo ulteriore a chi frequenta un social. Cerca un approfondimento (a volte vanamente come chi sta leggendo queste righe), cerca un parere. Chi si ferma su un blog esce dal fiume di chiacchiere per avere un po' di silenzio e riflettere.

Forse.

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