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mercoledì 30 ottobre 2013

Domande al vento

Non tutte le domande possono avere risposta, ma delle volte sentiamo la necessità di farle ugualmente. Vengono da dentro, dal profondo. Due in particolare sento bussare con veemenza. La prima è quella che meno comprendo. Perché la cattiveria? La seconda è già più comprensibile e spesso si trova interconnessa alla prima in modo indissolubile. Perché l'arroganza?

venerdì 12 luglio 2013

Blognote /5 Le parole

Internet, le immagini, i video, sembrava che le parole avessero perso importanza. L'avvento di facebook pareva aver dato il colpo do grazia. Invece comparve uno strano mezzo, fatto solo di parole, poche ma nient'altro. 140 caratteri lo spazio di un sms. Poco più di brevi cinguettii ma sufficienti. Opinioni, stati d'animo anche solo commenti alle cose più disparate, ma scritti. La parola che tornava al primo posto.

La parola che rivela sempre chi la scrive, perché non ci si può nascondere a lungo fra le parole. Prima o poi mostrano chi sei.

Twitter.

sabato 6 luglio 2013

Blognote /4 Province e demagogia

Per prima cosa leggiamo assieme il significato del termine demagogia.

Demagogia è un termine di origine greca (composto di demos, "popolo", e agein, "trascinare") che indica un comportamento politico che attraverso false promesse vicine ai desideri del popolo mira ad accaparrarsi il suo favore. Spesso il demagogo fa leva su sentimenti irrazionali e bisogni sociali latenti, alimentando la paura o l'odio nei confronti dell'avversario politico o di minoranze utilizzate come "capro espuatorio" e come "nemico pubblico", utile alla formazione di un fronte comune, uniformato temporaneamente dalla medesima lotta e dunque scevro di dissenso interno.

E' evidente che l'eliminazione delle province cui improvvisamente tanto tengono i politici italiani abbia una connotazione demagogica. Le funzioni che svolgono serviranno comunque e avranno costi analoghi se non superiori. I dipendenti saranno trasferiti alle regioni, nuovi enti nasceranno per assolvere alle funzioni ora alle province (si, se ne parla già). Nelle grandi città, Roma, Milano, Napoli è ovvio che le province abbiano scarso significato fra la popolazione, ma fuori dai grandi centri assumono più importanza. Non tralascio l'aspetto dei servizi che rendono ai cittadini, pensate in caso di abolizione delle province quanta strada dovremo percorrere in più per adempimenti nei capoluoghi di regione, molto più lontani di quelli di provincia (non ditemi che ci saranno sedi decentrate perché allora dove sarebbero i tagli? Solo cambi di nome?).

Ma come possono pensare, nel paese dei campanili, delle forti identità locali, anche solo pensare di cancellare le province?. Vi faccio una domanda, vi sentite più Laziali, Piemontesi, Lombardi, Campani, Pugliesi, Veneti, Toscani; oppure Romani, Torinesi, Astigiani, Bresciani, Bergamaschi, Salernitani, Casertani, Baresi, Leccesi, Veronesi, Vicentini, Trevigiani, Fiorentini, Aretini, Senesi etc.? Se vi chiedono da dove venite rispondete citando  la regione o la provincia? Risposta ovvia, la provincia.  Questo vale relativamente per chi abita nelle grandi città, ma tanto per loro la scappatoia c'è già, le aree metropolitane, che cosa sono se non province con un diverso nome?

Si chiama DEMAGOGIA e noi ci caschiamo, come dei fessi.

La cartina aggiornata delle province dopo l'approvazione del decreto legge relativo al loro riordino, 31 ottobre 2012. Il consiglio dei ministri ha infatti approvato il dl di riforma delle Province. Il ministro Patroni Griffi ha spiegato che i nuovi enti da 86 diventeranno 51 'comprese le città metropolitane',
attivi dal 1 gennaio 2014 e che invece da gennaio prossimo verranno meno le giunte provinciali. Nella fase di transizione 'sarà possibile per il Presidente delegare non più di tre consiglieri'. A novembre del 2013 si terranno le nuove elezioni. Confermato 'il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche
presso gli organi comunali e provinciali' e 'l'abolizione degli assessorati'. ANSA

Le province sono quindi l'anello debole tra i comuni e le regioni, l'agnello sacrificale. L'opinione pubblica chiede tagli ai costi della politica e il governo glieli dà, ma in questo modo arriveranno risparmi prossimi allo zero, con tutta una serie di incognite per il corretto funzionamento di quei servizi, come gli uffici di collocamento, le strade, le scuole provinciali, che fino a ieri garantivano le province e  che dopo dovrebbero fare capo ai comuni, pur essendo materie che travalicano i confini comunali.

Luigi Sappia (presidente della provincia di Imperia):

I risparmi saranno prossimi allo zero,  il personale segue funzioni le quali, se sono necessarie, dovranno in qualche modo continuare a essere garantite. Sto parlando per esempio di quegli ambiti come ambiente, settore discariche, trasporti e viabilità, che oggi garantiamo noi. Il personale, è chiaro, continuerà a ricevere le giuste retribuzioni. A queste bisogna aggiungere i costi dei trasferimenti. Vede, già lo scorso anno, quando fu approvata l’elezione di secondo grado e il dimezzamento dei consigli provinciali, era stato ridotto quel poco peso che avevano i consigli. Ma sa quanto guadagnano i consiglieri provinciali? Glielo dico io: 30 euro a seduta per consigliere. Al massimo, se sono tante, sono due-tre al mese. Sa quanto guadagna un presidente di provincia? 2996 per dodici mensilità. Dove sono stati i risparmi?

Il Governo, in questo modo, viene meno al principio basilare della buona legislazione per il quale “prima di decidere bisogna conoscere” . Prima di chiudere riporto alcune dichiarazioni di Antonio Saitta presidente dell'Upi (unione province italiane):

Ma davvero il Governo pensa che con un 'provvedimento bandiera' , che cancella con un tratto di penna la parola Province dalla Costituzione e 150 anni di storia del Paese, si riconquisti la fiducia degli italiani nella politica? Basterebbe uscire dai Palazzi e tornare sui territori per capire che la sfiducia dei cittadini è tutta nell’incapacità di dare risposte sui problemi veri, sulle emergenze sociali, sul dramma della disoccupazione e sulla crisi dell’economia. Se il Governo, come ha detto, crede che l’abolizione delle Province possa servire a nascondere le vere emergenze, davvero non conosce il Paese” e ancora "Sanno che l’Italia non è il paese delle metropoli ma delle piccole città, che senza Province resterebbero abbandonate. E sanno anche che le riforme vere, quelle che ancora il Governo non ha iniziato ad abbozzare nella furia di eliminare le Province, sono molto più urgenti”.

Smentito da autorevoli studi il prospettato beneficio economico (ne segnalavano e segnalano l’inconsistenza). Il governo, per bocca di alcuni suoi ministri e dello stesso Letta, è intenzionato a non mollare l’osso, riproponendo con forza la questione delle riforme e, quindi, dei tagli alle Province, riducendole a enti di secondo livello. Con le spinte contrapposte, i campanilismi, le rendite elettorali da salvaguardare, vogliamo vederli i signori politici lavorare di cesello per ridisegnare i confini e la nuova mappa geo-politica della nazione. A discapito, è evidente, della marea di grane che dovrebbero avere la priorità rispetto a questa specifica vicenda. Un macello.

A lunedì e buon finesettimana.

venerdì 5 luglio 2013

Blognote /3 Oltre il titolo

Poche parole per la blognota odierna, in fin dei conti non avrebbe nemmeno senso scrivere molto. Sappiamo tutti che su internet un articolo troppo lungo viene scartato a prescindere. Lo facciamo tutti, succede per mancanza di tempo, a volte c'è una sorta di scoraggiamento, come i libri troppo voluminosi da leggere per scuola. Però secondo me l'elemento principale è la scarsa attenzione del navigante medio, unita ad una capacità di concentrazione che il mezzo stesso riduce drasticamente.

troppo-internet-adolescentiSu internet troviamo le notizie, tutte le notizie, tante notizie. Manca però l'approfondimento, almeno il più delle volte si va poco oltre al titolo, qualche parola qua e là ma che non siano articoli troppo lunghi oppure. E' la moda del link, del condividere titoli o foto con brevi annotazioni. Potremmo anche dire che la rete sia il regno degli slogan, delle frasi ad effetto, fatte girare e commentate all'inverosimile sui vari social network.

Un controsenso a pensarci bene. Abbiamo accesso a tutte le informazioni ma ci fermiamo agli indici. A peggiorare le cose in Italia ci troviamo alle prese con una divisione da stadio, i tifosi delle varie squadre (destra, sinistra, estrema sinistra, grillini, estrema destra, sinistra moderata, centro, ecc...) con tanto di hooligans. E cosa fanno questi tifosi? Cercano e trovano le notizie, i link, i titoli che più si avvicinano alle loro squadre, pochi, pochissimi cercano la verità approfondendo. Non serve, non conta quando c'è lo slogan da gridare, in curva, negli stadi di questa nuova generazione, i social network.

Ma c'è anche un lato positivo, fatto di persone che desiderano capire, scoprire, sapere, stupirsi ed informarsi. E' un club ristretto e del quale vorrei far parte, per riuscire ad andare oltre al titolo. L'ingresso è lì, lo possiamo vedere, stretto e scomodo ma c'è...

A domani.

giovedì 4 luglio 2013

Blognote /2 Dimmi con chi vai…

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Si sente spesso parlare di coincidenze, ma non ci si fa troppo caso, forse in fondo nemmeno ci crediamo. Ma stasera è di una coincidenza che voglio scrivere. Riflettevo oggi sul fatto che non sia tanto importante il come o il cosa, ma quanto il con chi. L'ho persino tuittato (si perché io tuitto, tu tuitti ...) niente di che, uno di quei pensieri che vengono ogni tanto. Scritto nemmeno troppo bene, ma il concetto era chiaro.

La cosa che mi ha lasciato perplesso è stato trovare casualmente la vignetta di Snoopy che potete vedere qui di fianco. Leggiamo traducendo alla buona: "nella vita, non conta dove vai ma chi fa il viaggio assieme a te"

Segni, coincidenze o casualità? Non saprei dire, però pensare una cosa e poco dopo leggerla in un fumetto scritto chissà quanti anni fa lascia una strana sensazione. No, non di paura, di sorpresa piuttosto. Piccole cose, piccoli segnali ma che mi convincono sempre più che poche cose accadano per caso. Chissà a quanti fra di voi è successo qualcosa di simile, chissà se c'era un perché, chissà…

A domani. ..

mercoledì 3 luglio 2013

Blognote /1 Chi ben comincia…

images (2)Un blog è per definizione un luogo di sperimentazione. Oggi voglio partire con un nuovo viaggio per questo piccolo spazio. Dei post, o meglio delle piccole #blognote (come si scriverebbe su twitter) al giorno o quasi...eccomi, lo sapevo, si comincia bene, non sono nemmeno a metà del primo post e sto già mettendo la tastiera avanti. Lo so, non piace molto nemmeno a me quel quasi, ma credo sia meglio metterlo visto che mi conosco abbastanza bene da sapere quanto sia appropriato.

Si ma cosa sarebbero queste #blognote? Tanto per dirla tutta non l’ho del tutto chiaro nemmeno io, almeno non si preciso. Dovrebbe trattarsi di un post di poche righe al giorno su una notizia, una foto, una frase colta qua e là o semplicemente un pensiero.

Niente di impegnativo o di pretenzioso, per carità, non preoccupatevi. Sarà quasi un esercizio di stile (ammesso che ce ne sia uno). Anzi dirò di più, essendo un blog autoreferenziale per natura non vi nascondo che scriverò innanzitutto per me, per sfidarmi, per confrontarmi con me stesso.

Ovvio che se fra i ventitré lettori della Stanza qualcuno avrà la gentilezza, il tempo o la voglia di leggermi e perché no di commentare (hai visto mai ci sia qualche temerario o temeraria) sarà il benvenuto. Che dire di più? Buon viaggio.

Si parte!

giovedì 6 giugno 2013

#MAX20 il mito continua…

Non posso non essere di parte nel parlare di Max Pezzali, le sue canzoni hthemusik_max_pezzali_max_20_album_l_universo_tranne_noianno accompagnato la mia vita fin da quella canzone “fumettosa” e tanto diversa sa tutto ciò che avevo sentito fino ad allora “Hanno Ucciso L’Uomo Ragno”.  Qui però si va oltre la partigianeria, verso il capolavoro e oltre. L’anno scorso in occasione dei vent’anni dall’uscita Max ci ha regalato una riedizione speciale di quel primo album fatta di duetti con i rapper del momento. Quest’anno però si è superato. Il nuovo album che celebra il cantante pavese è uno di quei dischi che BISOGNA avere nella propria collezione musicale MAX20.

972305_10151429352606850_1246216164_nMax20 è innanzitutto un disco che lega Max alla musica italiana, se qualcuno ancora avesse avuto delle remore snobistiche riguardo le canzoni di Max/883, ora non ha più scuse. Quattordici duetti con altrettanti grandi della canzone italiana.

Da Eros Ramazzotti a Davide Van de Sfroos, dai “coetanei” Jovanotti, Fiorello, Nek e Grignani a Cesare Cremonini e Giuliano Sangiorgi (Negramaro). Passando per grandissimi nomi del calibro di Claudio Baglioni, Antonello Venditti ed Edoardo Bennato. Spazio anche a Raf, Francesco Renga ed Elio.

Da non perdere “Quello che capita” cantata assieme a Venditti, “Tieni il Tempo” arricchita da nuove strofe cantate da Jovanotti, “Nessun Rimpianto” con uno straordinario Nek e “Rotta x casa di dio” con un ispirato e stralunato Gianluca Grignani.

images (3)Ma Max20 è anche 5 inediti e la riunificazione del duo Pezzali/Repetto se non definitiva almeno per lo spazio di due canzoni, le prime due. Due canzoni che sembrano due facce della stessa medaglia, la prima (contenente addirittura un featuring del figliol prodigo Mauro.”Welcome Mr.President”) dove si da il benvenuto ad un fantomatico Presidente unico di tutta l’umanità e la seconda “Il presidente di tutto il mondo” che è il programma del candidato Max alla presidenza appunto del mondo intero. Allegra e scanzonato il terzo inedito “I Cowboy non mollano”, ma la sorpresa è al quarto inedito. “Ragazzo Inadeguato” qui Max ritrova la sua vena migliore e ci regala un pezzo che entra di diritto nelle gemme della carriera dell’ex-883 DA NON PERDERE. Quinto inedito il singolo di lancio del disco la melodica “L’Universo Tranne Noi”.

giovedì 25 aprile 2013

Pensieri sparsi /3

Sembra quasi che ci stiano prendendo in giro, la certezza non c'è ma non dovrò aspettare ancora molto per saperlo. Ma tant'è, questo abbiamo. Inutile arrabbiarsi per qualcosa che si può cambiare. Una volta fatto il possibile non resta che affidarsi e sperare. Questa prospettiva è tranquillizzante, almeno a me fa questo effetto.

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