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sabato 6 luglio 2013

Blognote /4 Province e demagogia

Per prima cosa leggiamo assieme il significato del termine demagogia.

Demagogia è un termine di origine greca (composto di demos, "popolo", e agein, "trascinare") che indica un comportamento politico che attraverso false promesse vicine ai desideri del popolo mira ad accaparrarsi il suo favore. Spesso il demagogo fa leva su sentimenti irrazionali e bisogni sociali latenti, alimentando la paura o l'odio nei confronti dell'avversario politico o di minoranze utilizzate come "capro espuatorio" e come "nemico pubblico", utile alla formazione di un fronte comune, uniformato temporaneamente dalla medesima lotta e dunque scevro di dissenso interno.

E' evidente che l'eliminazione delle province cui improvvisamente tanto tengono i politici italiani abbia una connotazione demagogica. Le funzioni che svolgono serviranno comunque e avranno costi analoghi se non superiori. I dipendenti saranno trasferiti alle regioni, nuovi enti nasceranno per assolvere alle funzioni ora alle province (si, se ne parla già). Nelle grandi città, Roma, Milano, Napoli è ovvio che le province abbiano scarso significato fra la popolazione, ma fuori dai grandi centri assumono più importanza. Non tralascio l'aspetto dei servizi che rendono ai cittadini, pensate in caso di abolizione delle province quanta strada dovremo percorrere in più per adempimenti nei capoluoghi di regione, molto più lontani di quelli di provincia (non ditemi che ci saranno sedi decentrate perché allora dove sarebbero i tagli? Solo cambi di nome?).

Ma come possono pensare, nel paese dei campanili, delle forti identità locali, anche solo pensare di cancellare le province?. Vi faccio una domanda, vi sentite più Laziali, Piemontesi, Lombardi, Campani, Pugliesi, Veneti, Toscani; oppure Romani, Torinesi, Astigiani, Bresciani, Bergamaschi, Salernitani, Casertani, Baresi, Leccesi, Veronesi, Vicentini, Trevigiani, Fiorentini, Aretini, Senesi etc.? Se vi chiedono da dove venite rispondete citando  la regione o la provincia? Risposta ovvia, la provincia.  Questo vale relativamente per chi abita nelle grandi città, ma tanto per loro la scappatoia c'è già, le aree metropolitane, che cosa sono se non province con un diverso nome?

Si chiama DEMAGOGIA e noi ci caschiamo, come dei fessi.

La cartina aggiornata delle province dopo l'approvazione del decreto legge relativo al loro riordino, 31 ottobre 2012. Il consiglio dei ministri ha infatti approvato il dl di riforma delle Province. Il ministro Patroni Griffi ha spiegato che i nuovi enti da 86 diventeranno 51 'comprese le città metropolitane',
attivi dal 1 gennaio 2014 e che invece da gennaio prossimo verranno meno le giunte provinciali. Nella fase di transizione 'sarà possibile per il Presidente delegare non più di tre consiglieri'. A novembre del 2013 si terranno le nuove elezioni. Confermato 'il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche
presso gli organi comunali e provinciali' e 'l'abolizione degli assessorati'. ANSA

Le province sono quindi l'anello debole tra i comuni e le regioni, l'agnello sacrificale. L'opinione pubblica chiede tagli ai costi della politica e il governo glieli dà, ma in questo modo arriveranno risparmi prossimi allo zero, con tutta una serie di incognite per il corretto funzionamento di quei servizi, come gli uffici di collocamento, le strade, le scuole provinciali, che fino a ieri garantivano le province e  che dopo dovrebbero fare capo ai comuni, pur essendo materie che travalicano i confini comunali.

Luigi Sappia (presidente della provincia di Imperia):

I risparmi saranno prossimi allo zero,  il personale segue funzioni le quali, se sono necessarie, dovranno in qualche modo continuare a essere garantite. Sto parlando per esempio di quegli ambiti come ambiente, settore discariche, trasporti e viabilità, che oggi garantiamo noi. Il personale, è chiaro, continuerà a ricevere le giuste retribuzioni. A queste bisogna aggiungere i costi dei trasferimenti. Vede, già lo scorso anno, quando fu approvata l’elezione di secondo grado e il dimezzamento dei consigli provinciali, era stato ridotto quel poco peso che avevano i consigli. Ma sa quanto guadagnano i consiglieri provinciali? Glielo dico io: 30 euro a seduta per consigliere. Al massimo, se sono tante, sono due-tre al mese. Sa quanto guadagna un presidente di provincia? 2996 per dodici mensilità. Dove sono stati i risparmi?

Il Governo, in questo modo, viene meno al principio basilare della buona legislazione per il quale “prima di decidere bisogna conoscere” . Prima di chiudere riporto alcune dichiarazioni di Antonio Saitta presidente dell'Upi (unione province italiane):

Ma davvero il Governo pensa che con un 'provvedimento bandiera' , che cancella con un tratto di penna la parola Province dalla Costituzione e 150 anni di storia del Paese, si riconquisti la fiducia degli italiani nella politica? Basterebbe uscire dai Palazzi e tornare sui territori per capire che la sfiducia dei cittadini è tutta nell’incapacità di dare risposte sui problemi veri, sulle emergenze sociali, sul dramma della disoccupazione e sulla crisi dell’economia. Se il Governo, come ha detto, crede che l’abolizione delle Province possa servire a nascondere le vere emergenze, davvero non conosce il Paese” e ancora "Sanno che l’Italia non è il paese delle metropoli ma delle piccole città, che senza Province resterebbero abbandonate. E sanno anche che le riforme vere, quelle che ancora il Governo non ha iniziato ad abbozzare nella furia di eliminare le Province, sono molto più urgenti”.

Smentito da autorevoli studi il prospettato beneficio economico (ne segnalavano e segnalano l’inconsistenza). Il governo, per bocca di alcuni suoi ministri e dello stesso Letta, è intenzionato a non mollare l’osso, riproponendo con forza la questione delle riforme e, quindi, dei tagli alle Province, riducendole a enti di secondo livello. Con le spinte contrapposte, i campanilismi, le rendite elettorali da salvaguardare, vogliamo vederli i signori politici lavorare di cesello per ridisegnare i confini e la nuova mappa geo-politica della nazione. A discapito, è evidente, della marea di grane che dovrebbero avere la priorità rispetto a questa specifica vicenda. Un macello.

A lunedì e buon finesettimana.

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